lunedì 5 settembre 2011

Ricominciare

Scriverlo è strano, dirlo è naturale. Sì, è un termine usato. Le espressioni del viso esprimono, nel verbalizzare la parola, rassegnazione o contentezza.

Rassegnazione quando si rincomincia qualcosa che non piace, entusiasmo quando si rincomincia qualcosa che gratifica.

Molti di noi ricominciano a lavorare. Al lavoro offriamo gran parte del nostro tempo, ferie e festività, in misura inferiore, mitigano momentaneamente il peso del lavoro. Come ricominciamo? Rassegnati o entusiasti? Ognuno ha una sua risposta.

Mi rivolgo a coloro che ricominciano rassegnati. Una rassegnazione addomesticata, condivisa per dare un senso alla propria rassegnazione: “Le ferie sono volate, si ricomincia il calvario, ma questo non succede solo a me!”.

Questa frase è ripetuta per quasi tutto il percorso della vita lavorativa. Perché ri-peterla? Perché non ri-cominciare una nuova vita lavorativa?

Il motivo è solo uno, decidere di dare un taglio a ciò che non piace ma ...

Ecco che la faccenda si complica. Si ricercano le cause del nostro non decidere in un groviglio di motivazioni.

Scherziamo un po’.

Gruppo di amici davanti ad una buona birra. Si parla, si scherza, si critica, si elogia. Ad un certo punto si entra nella realtà: “Se tornassi indietro non farei il lavoro che faccio”, “lavori, lavori per che cosa...”

La birra, di solito al secondo boccale, aiuta a spingersi oltre. L'apoteosi “Me ne vado fuori dai c...ni, vado in Giamaica e apro una gelateria”.

A forza di sentire questa battuta mi sono chiesto: “Ma quante gelaterie ci sono in Giamaica?”

Una vita a piangere su quello che si fa! OK, voglio continuare così o decido di fare altro?

Ecco che la faccenda si complica. Ci sono troppe questioni che ostacolano il nuovo inizio. Questioni esterne a noi, per colpa di altro o altre persone. Ok, così pensando, non potrò mai ri-cominciare veramente.

Ascoltando le affermazioni di chi si lamenta ma non fa, si può notare l'inconsistenza delle affermazioni stesse.

Sono le paure a farla da padrone. Se non impariamo ad essere espliciti con noi stessi, a non dirci la verità, continueremo a difenderci, ad essere sempre chi subisce le avversità della vita.

Se hai un desiderio, un obiettivo, perseguilo. Per ottenere qualcosa che ti preme devi mettere in gioco anche quelle quattro ipotetiche sicurezze che pensi avere. Se pensi di essere diverso, particolare, e avere caratteri che ti distinguono, è giunto il momento di fare. Fare, noi non siamo quello che diciamo di noi, ma siamo quello che facciamo. Basta con le attese, i rimandi, le speranze. Agisci!

PS: Ricordati di dirmi dove apri la gelateria, il gelato mi piace molto! :-))