Forgiati
dalla nostra stessa adolescenza.
Questo
pensiero mi è arrivato dopo l'incontro con un amico.
Un
amico che non vedevo da più di 30 anni. Un incontro al quale non
riesco ad assegnare termini qualitativi, sarebbero banali.
Una
serata dedicata al racconto delle nostre avventure di adolescenti.
Avventure,
si, il termine è proprio.
Da
ragazzi ci siamo buttati in avventure che spaziavano dalla
speleologia, all'alpinismo, al motociclismo e attività miste,
difficili da denominare. Queste attività erano svolte con la massima
serietà e con la minima dote di attrezzatura, quasi niente. Noi,
come per qualsiasi attività organizzata, rispettavamo i principi
della pianificazione, programmazione, esecuzione e controllo. Ci
veniva naturale, dovevamo cimentaci con faccende che rasentavano il
limite, e le ossa, dovevamo portarle a casa.
Tutti
osavamo, chi più, chi meno, ma ci si buttava nel fare le cose.
Così,
mentre si discorreva dei ricordi, il mio amico esce con una frase del
tipo: “Se noi siamo così è perché quel periodo ci ha formati!”
La
sera, rientrando, la mente viaggiava nei ricordi di quel periodo ma,
prima di addormentarmi, mi sono ricordato della frase dell'amico: “Se
noi siamo così è perché quel periodo ci ha formati!”
L'amico
ha ragione.
La
preparazione delle future generazioni oggi, si basa soprattutto sulla
conoscenza. Avere informazioni, apprendere tecniche.
Forse
troppo. Giovani che conoscono molto bene cosa dovrebbero
fare ma non sono preparati ad usare le risorse intrinseche ad
ognuno.
So
cosa c'è da fare ma, quando devo fare mi succede qualcosa,
come un freno interno che mi trattiene nel fare.
Alcuni
di questi freni possono essere: paura di buttarsi, paura del
giudizio, insicurezza che immobilizza all'azione, scarsa o troppa
valutazione del sé e, purtroppo, le famiglie nelle quali vivono che
non preparano i giovani al futuro da conquistare, ma si adoperano con
insegnamenti terroristici di un futuro segnato e negativo.
Noi,
da ragazzi, avevamo solo noi stessi, la forza del gruppo, l'idea che
l'impossibile si poteva sfidare.
Altri
tempi mi hanno detto. Risposta: Cavolata enorme, quello che genera la
testa non è determinato dai tempi. Il desiderio di voler ottenere
qualcosa, per esempio, accompagna l'uomo dalla sua comparsa sulla
terra.
Non
è un semplice “voglio”, “datemi”, è un complesso
meccanismo che parte dalla persona. Voglio ottenere qualcosa partendo
da me, con poche risorse, pochi consensi, tanta perseveranza e una
determinazione feroce.
Quello
che arde dentro non è teoria o poesia, per aiutare i nostri giovani,
dobbiamo condurli in questa magnifica esperienza. Un fuoco, un
tumulto interno che porta alle azioni, azioni utili per realizzare i
sogni.
L'amico
ha ragione: Forgiati dalla nostra stessa adolescenza!
Avremo
giovani che accenderanno e metteranno in pratica il sapere con
l'atteggiamento giusto.
Giovani
con una personalità e propensione che li spingono ad osare.
E'
possibile tutto questo? E' possibile recuperare il tempo anche se
l'adolescenza non è stata buona palestra di vita? Si!
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