Io
e tre soci, tema: “Come augurare buon natale ai collaboratori?”
Le
idee, quando si pianificano queste attività sono tante, ma non
sempre di vera novità motivante, quindi, il lavoro si fa duro.
Escludiamo
il classico panettone con bottiglia, escludiamo la cena di fine anno,
escludiamo i buoni relax in una SPA, escludiamo premi in danaro. Dopo
un pò, tra proposte ed esclusioni, ecco il socio silenzioso che,
con un gesto della mano chiede parola. “Quest'anno, nonostante la
crisi, dobbiamo dire che abbiamo retto il colpo, abbiamo lavorato
senza ricorre ad alibi. Questo lo dobbiamo comunicare alle aree della
nostra organizzazione. Come? Con una lettera indirizzata ad ogni area
aziendale, dalla reception alla produzione compreso il magazzino”.
Perfetto!
Una
lettera, non si usa più, ma una lettera, ben articolata, ha sempre
il suo valore.
Così
abbiamo iniziato a lavorare sui contenuti, con dati e fatti accaduti,
che hanno permesso di superare ostacoli. Abbiamo ringraziato i
componenti del gruppo di lavoro relativo a quell'area, avvertendo che
lo stile adottato non può essere abbandonato nel corso dell'anno
entrante.
La
perplessità, anche se pensavamo potesse essere la strada giusta,
navigava nelle nostre menti.
Perplessità
svanite dalle prime e-mail di ringraziamento ricevute dai
collaboratori ai soci.
La
lettera, con il vero sapore di missiva d'altri tempi, spedita alla
reception era articolata così:
“I
clienti che hanno varcato la nostra porta, si sono sentiti a loro
agio perché, con il giusto modo di fare, li avete predisposti ad
incontrare la nostra azienda con serenità. Un
semplice buon giorno e un ben arrivato, sono i primi strumenti di una
buona relazione. Un grazie anche da parte nostra come proprietà,
arrivare al mattino e sentire dal vostro saluto che possiamo contare
su ....”
Nelle
altre missive si sono elencati i dati quali/quantitativi delle
performance raggiunte con un ringraziamento allo sforzo psico/fisico
espresso dai componenti del gruppo di riferimento.
Quanto
avvenuto da questa esperienza forse un po' atipica, mi fa pensare al
valore dell'impresa e degli imprenditori che si sono dedicati a
questo. Era più facile regalare un panettone, hanno scelto di
parlare ai loro “ragazzi”. Hanno scelto di raccontare e fornire i
motivi per i quali la battaglia del 2012 è stata combattuta.
Rientrando,
dopo aver letto alcune e-mail di ringraziamento, ho pensato:
l'azienda si alimenta con il confronto, con le idee e la dedizione di
ognuno. Banale, ma vero!
Nessun commento:
Posta un commento