martedì 22 dicembre 2009

Verso la meta

Questo è il programma per il 2010!

giovedì 3 dicembre 2009

E quando il cielo si aprirà?

“In questi momenti di crisi, come sei messo con i corsi di formazione?”
Questo è quanto, di tanto in tanto, mi chiedono le persone che incontro e conosco.
La mia risposta è: “Sicuramente meno corsi”!
In questo periodo succede una cosa che si è sempre riscontrata, ma adesso è molto più marcata ed evidente, si vede la differenza tra le persone che hanno incarichi di sviluppo all’interno delle organizzazioni, tra le figure che hanno il compito di preparare gli uomini a fronteggiare le sfide inevitabili del mercato.
Qual è la differenza? Certe persone arretrano, si bloccano, vivono le pressioni da altre figure interne alla propria organizzazione. L’inerzia prende il sopravvento. Queste figure non sempre procedono verso i loro intenti perché timorosi dello scontro costruttivo. Quasi comprensibile, dopo tutto, il mantenimento del posto di lavoro, prevarica il proprio modo di pensare. Con le parole tante idee e propositi ma la pratica rimane inespressa. La cosa per me sbagliata, non è il fatto che non programmino piani di formazione, ma è l’essenza stessa di questi individui che, per ricoprire questi incarichi delicati, dovrebbero avere atteggiamenti mentali completamente diversi.
Altri, invece, sono battaglieri e vivono la crisi consapevoli che predisporre piani formativi in momenti di crisi è un vantaggio, un’opportunità da cogliere prima della ripresa economica. Vero!
Se ho risorse umane da preparare non le formo quando il tempo sarà dedicato all’attività lavorativa, le formo quando i tempi/periodi mi consentono di fare formazione in modo più favorevole e realmente dedicato. Credo si possa fare un paragone con una squadra sportiva. Gli allenamenti e la preparazione, importanti per vincere, non si fanno durante il campionato. Durante il campionato si mantiene l’allenamento. La vera preparazione la si organizza quando le partite non sono ancora in calendario.
Mi rivolgo al lettore che capisce sempre al volo e, per resistere, si esprime con le sue grandi deduzioni: “Non sto dicendo tutto questo perché i corsi sono diminuiti, riferisco quanto ho riscontrato e sentito da persone che programmano la formazione nelle aziende”. Per mio conto, ho notato un aumento della qualità formativa, più tempo per preparare il piano, più disponibilità da parte dei partecipanti nel dedicarsi alla formazione, referenti più competenti con i quali parli tecnicamente della formazione e non ti perdi in discorsi inutili per cercare di far capire questioni di base. Meno corsi, più qualità, più margine.
Sono convinto che il mercato, una volta ripreso, richiederà fiato, preparazione e tecnica. Se non siamo pronti ci lamenteremo sempre, senza neanche accorgerci che la nostra squadra, durante la crisi, si è addormentata, non si è aggiornata, stenta a riprendere. Di cosa dovremmo lamentarci? Fate formazione quando potete, pretendete un’entrata nel nuovo campionato da vincenti perché avete preparato in anticipo le mosse che vi differenzieranno dalle squadre avversarie.
Altra cosa che ho notato è l’atteggiamento di alcuni titolari o responsabili. Titolari o responsabili, formati e aggiornati, il cui atteggiamento, di fronte alla crisi, è propositivo; gli altri, solo informati o convinti personalmente di fare al meglio, sclerano.
Questo è riscontrabile in qualsiasi campo. Quando una persona ha solide basi affronta la difficoltà con attenzione e sfida, chi non è preparato sclera, inventa mille supposizioni sulle informazioni che gli arrivano. Il bello è che sono convinti di fare già tutto! Crisi o non crisi, la differenza tra aziende si nota. La differenza, ricordiamolo, la fanno gli uomini!!