lunedì 26 marzo 2012

I futuri uomini d'azienda

I futuri uomini d'azienda

Nell'articolo per il blog non faccio riferimenti precisi, lo scritto ha il compito di esprimere idee sulle quali fare considerazioni. Con un minimo di indagine nomi e accadimenti si ritrovano su stampa e radio.

Giovani, forti e in pieno sviluppo. Giovani con conoscenze acquisite dai loro studi. Giovani con i loro sogni, buoni propositi.

Descritto così la percentuale che si riconosce è alta, quasi tutti i giovani vivono questa condizione.

La realtà evidenzia delle differenze.

Mi affidano un gruppo di ragazzi 22/26, la squadra è formata da 10 elementi, 3 sono giovani donne.

Arrivano da un corso destinato alle nuove generazioni di imprenditori.

Laura e Felicia le due tutor. Da anni non incontravo Tutor con la T maiuscola.

Non erano presenti per assolvere ad un incarico, un compito, ma vivevano con i ragazzi, si affiancavano nelle azioni, si appassionavano. Erano una presenza, una guida autorevole e non autoritaria. Niente di meglio.

La squadra.

Arrivati presso il centro di formazione, che sino a quel momento era la meta a loro sconosciuta, tento di fare una prima analisi del gruppo (analisi di comprensione e non di giudizio).

Rilassati, pronti ad affrontare ciò che non conoscevano. Perfetto!

I ragazzi avevano accettato di partecipare ad un evento a sorpresa. Perfetto!

Affrontare il nuovo, andare verso, non preconfezionare storie mentali ma vivere, cimentarsi in condizioni sconosciute.

Questo atteggiamento mentale inizia a fare la differenza tra le persone.

Capisco che con questo gruppo posso schiacciare l'acceleratore.

Non ho davanti dei finti principi e principesse sul pisello.

Con loro vivo due giorni, due giorni intensi di attività outdoor e confronto verbale sulle dinamiche che preparano ad una mentalità imprenditoriale. Tutto quello che è proposto è accettato con sfida, senza esitazioni, dall'attività più semplice a quella che richiede coraggio e desiderio di misurarsi.

Giovani che si esprimono ed espongono idee, domande, affermazioni.

Scherziamo assieme, inventiamo slogan per richiamarci, ridendo, a concetti più profondi. Collaborano tra loro, si motivano, rimangono in silenzio e pensano.

Sono giovani che dovranno, se lo vogliono, entrare nelle aziende di famiglia.

Tu, che stai leggendo, puoi pensare: “Ma sono figli di imprenditori ecco perché partono avvantaggiati!”

Il tuo pensiero è distorto!

Questi giovani dovranno lottare perché proprio per la loro posizione, la faccenda, è molto complicata.

Nel dare una visione dei ragazzi che ho incontrato, non ho descritto le cose materiali o i vantaggi che avevano. Ho elencato le caratteristiche immateriali, la struttura di pensiero, gli atteggiamenti mentali, le caratteristiche che indicano la natura di un leader, modi di fare e pensare che permettono di agire e non parlare, di non lamentarsi delle occasioni che mancano, o dal fatto che occorre solo tanta fortuna, degli alibi che si creano per evitare di dire che il problema alle nostre inefficienze sta fuori da noi ...

Incontro tanti giovani e il rammarico, a volte, è quello di vedere nella realtà giovani poco naturali, ma tanto costruiti e già rovinati da stereotipi. Capacità di rischio 0, capacità di essere chiari con se stessi 0, tendenza a vendersi come dei fenomeni 10, decidere di prendersi del tempo per prepararsi ad affrontare le faccende 0 (meglio un aperitivo con gli amici e lamentarsi che nessuno offre loro opportunità), propensione ad affrontare situazioni nuove 0, (capita che prima di iniziare a fare, prevalga la logica della paura anteponendo limiti e problematiche a tutto).

Questo ed altro non hanno niente a che vedere con i vantaggi, semmai lo sono, di essere figli di imprenditori.

Se una persona non coltiva la propria mente per intraprendere una determinata avventura, non riuscirà a portare a termine l'avventura stessa.

Ho ascoltato il dialogo in un bar: Tizio chiede a Caio: “Che lavoro fai?” Caio risponde: “Sono una guardia forestale!” Tizio: “Che bel lavoro, sempre nella natura, mi sarebbe piaciuto fare questo lavoro, sei stato fortunato”.

Tizio esprime la sua natura. Natura di chi non si pone domande ma accetta in modo incondizionato una realtà che lo rende insoddisfatto. Tizio avrebbe dovuto chiedere: cosa pensavi, come ti sei mosso per ottenere ciò che volevi? Quali implicazioni?....NO! Si è limitato a dire: sei stato fortunato!

Incontrare i 10 ragazzi è stato per me una botta di fiducia, non tutto è perso, ci sono giovani che pur non trascurando la loro giovinezza e tutto ciò che è il corollario tipico dell'età, non si limitano al trascorrere del tempo nella speranza di riuscire, ma si attivano per rendere reale il sogno. Salutandoli ho ribadito, con una frase non mia ma a me cara: Fate della vostra vita un sogno e non una vita di sogni!

Dietro alle quinte di questo progetto, Fabio, che tra mille impegni e difficoltà, si adopera per le future generazioni. Chi si impegna in questo dimostra che, con l'intelligenza e l'intraprendenza si può contribuire per mettere le basi per un miglioramento continuo. I giovani sono la risorsa!

Ah dimenticavo il tutto si è svolto presso IterFormo, una palestra per la mente! e non solo ...