giovedì 21 maggio 2009

Invito

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martedì 19 maggio 2009

Darwin, Seneca, l'evoluzione

Considerato che l’argomento Darwin è piaciuto, (mi sono arrivate e-mail, si è dibattuto sul blog e si è commentato su facebook), continuo i punti di sospensione, per cambiare occorre …
Il processo di cambiamento deve essere preso in considerazione solo se quello che facciamo, ci procura solo dei disagi. Se state bene con voi stessi leggete, meditate e utilizzate la vostra visione di vita per aiutare gli altri. La gioia dell’esistenza non va mai tenuta in riserbo, va manifestata. Attenzione ad un altro elemento. Non sempre vogliamo togliere quello che ci impedisce di vivere più serenamente, anteponiamo un atteggiamento mentale pessimistico perché, sotto sotto, ci piace avere un pò di sfiga. Volete la prova? Ecco! Provate ad esprimere ad una persona la vostra considerazione positiva su di un fatto nel quale è stata protagonista. Esempio: - Sei stato in gamba a fare quella cosa, ti porterà solo vantaggi! Il vostro interlocutore vi risponde così: - Sì però ci sono alcune cose che non mi vanno bene … Sì però ho dovuto perdere …! Questa è la prova che avere un po’ di sfiga da vendere e da esibire piace. Vogliamo essere rincuorati e coccolati senza dirlo esplicitamente (forse); oppure, anteponiamo la sfiga come scaramanzia, mah!, chi ci capisce!?
Riprendiamo il discorso.
Se abbiamo deciso di cambiare, per togliere i disagi che l’attuale modo di fare ci procura, iniziamo con piccoli passi. Non ci sono medicine, corsi full immersion che ci possono aiutare. L’allenamento costante ci porta ad assumere atteggiamenti mentali diversi. Ci hanno insegnato che possiamo dimagrire dormendo se assumiamo una determinata pillola, poco sforzo, tanta resa. Cazzate incredibili. Lo sforzo e la perseveranza non si potranno mai sostituire a niente.
Quello che riporto non dovete metterlo in discussione, agite e basta. Questo, non perché è la verità assoluta e non voglio che usiate il vostro cervello, ma semplicemente perché sarà il risultato finale che sentenzierà la riuscita di questa “ricetta”.
Al mattino ci si sveglia 15 minuti prima del solito. Svegliamo il nostro corpo e la nostra mente con entusiasmo. Come? Salutatevi chiamandovi per nome e rivolgetevi la prima affermazione e domanda che aprirà la vostra giornata di impavido guerriero: - Ciao Roberto! Quali questioni ho da risolvere oggi?
Preparate una buna colazione, frutta, yogurt, caffè. Non lavate le stoviglie utilizzate. Scegliete un percorso alternativo per raggiungere la vostra attività. Valutate tre possibilità di percorso. Se lavorate sotto casa, camminate all’edicola più lontana per acquistare il giornale. Iniziamo con questi semplici ingredienti, il resto, lo vedremo passo passo. Se è vostra intenzione iniziare, ricordate che la perseveranza nell’adottare un nuovo modo di fare è indispensabile. Senza costanza non si ottiene un bel niente. Abbozzare tentativi è deleterio, ne va della vostra autostima. Alla prossima ….

giovedì 14 maggio 2009

Ho incontrato Seneca

Il colloquio con questo personaggio è stato breve ma chiaro.
A lui ho chiesto cosa significa essere equilibrati. Risposta: -Il saggio non si lascia mai prendere la mano dalla buona fortuna abbattere da quella avversa!
La mia replica, volutamente pungente ma tipica, è stata: - Filosofia, tutte cose belle da dire ma nei fatti!
Seneca mi ha freddato rispondendomi così:- La filosofia insegna ad agire, non a parlare!
Dopo l'incontro mi sono rivolto domande alle quali devo dare una risposta: -Perchè mi esalto e mi deprimo? Perchè mi piacciono e condivido le massime ma, nella pratica, non agisco? Quale è il vero freno?

martedì 12 maggio 2009

Ho sognato Darwin

Personalmente definisco questi sogni “causa di ciò che penso durante il giorno”.
Ultimamente sono impegnato nel discutere il termine cambiamento. Un termine che a me non piace ma, a quanto pare, è usato. Usato, detto e ridetto, ma la difficoltà è proprio la sua interpretazione. Ognuno interpreta il termine sulla base di ciò che è disposto a cambiare. Ecco il primo errore. Normalmente cambiamo nelle cose di facile attuazione, che non implicano uno sforzo, cambiamo quelle cose o atteggiamenti che non ci tolgono la finta sicurezza acquisita. Nel cambiamento, la paura di perdere ciò che si ha, è il freno più potente che c’è; l’azienda Brembo, nota per la qualità del suo sistema frenante, non riesce ancora ad eguagliare questa prestazione.

Darwin, prima di parlarmi della sua teoria, mi richiama all’osservazione. Per capire osserva, ascolta ciò che l’uomo, nella stragrande maggioranza, tende a fare.
Cosa ho notato?
Ho notato come le persone parlino del successo di altri, ammirano le loro gesta, apprezzano le loro parole, fantasticano sul come possono aver fatto, si affascinano sul loro atteggiamento e, alla fine della grande pensata esordiscono dicendo: “Si però sono stati fortunati!” Sembra che la fortuna sia il motivo che a permesso il successo di alcuni. Tutto questo avviene nei bar, nei punti di ritrovo, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, ecc. Queste persone, mentre si intrattengono e spendono il loro tempo a pensare alle gesta di altri, sono assumono una postura rilassata, adottano un linguaggio da competenti in materia e assumono un atteggiamento del tipo: “Io so, come gira il mondo!” Spettatori a vita!

Perdono il tempo in supposizioni, critiche, ammirazione e meraviglia. Intanto, nello stesso momento, c’è qualcuno che fa, si dedica, rischia, decide di riuscire.
Vivono la loro condizione nella speranza che qualcosa possa cambiare, non decidono di modificare il loro modo d’agire, ma aspettano che attorno a loro qualcosa possa sostituire la propria incapacità di pianificare il cambiamento desiderato, per ottenere ciò che desiderano. Il gratta e vinci è solo un esempio. Desideri tanti, aspettative di più. Si sentono privati dalla “fortuna”, fortuna che a volte è passata, ma per paura e ottusità è stata respinta. Così, da vecchi, con la copertina sulle ginocchia, baciati da un sole pallido di primavera, magari a Sanremo, potranno dire: “Se avessi fatto …”
Darwin non mi ha convinto sull’evoluzione della specie. Credo che l’uomo abbia le carte in regola per decidere il proprio cambiamento come e quando vuole. Il freno, è nella sua testa o meglio, quello che ha dentro. Cambiare non significa cambiare l’abito, cambiare significa cambiare pelle, e questo, fa male! Cambiare è faticoso, la fatica è solo la paura. Osare, rischiare veramente, rinunciare, avere nemici che con soddisfazione remano contro, tagliare i ponti con ciò che si è sempre fatto, rimanere soli, giudicati, criticati.
Cambiare è fare tutto il contrario di ciò che fino ad oggi si è fatto. Se lo sforzo richiesto è troppo e non si vuole iniziare la lotta, non ci si deve lamentare per le cose che si desiderano, la frustrazione è una faccenda complicata. Per cambiare occorre …

giovedì 7 maggio 2009

Ricercare

La vita è breve per ottenere la piena serenità. Però, vivere nella ricerca del buono ci rende già sereni.