mercoledì 3 agosto 2011

L'incontro in pizzeria

Tutto normale quando a d'un tratto...
incrocio con gli occhi una persona.
Prima affermazione, già vista! Primo dubbio, ma dove?
Lui mi guarda, sorride e mi stringe la mano. Io, vuoto celebrare ma cerco il recupero. “Ti conosco ma non ricordo, aiutami!”
Lui mi rammenta!
Il mio stato d'animo si rallegra con evidente esternazione, ricordo perfettamente e inizio ad associare concetti. Ogni tanto anche il mio cervello funziona.

Ore 19,30, varco la soglia di una pizzeria. Obiettivo, breafing di famiglia. Ore 19,33 circa, il flash.
Chi mi stringe la mano e sorride è un signore che lavora in un'azienda cinte. Lo ricordo per la spiccata personalità che dimostrava durante i corsi. Calmo, interagiva, osservava e metteva del suo nelle osservazioni. Normale si può pensare, normale non è affatto considerato che molte persone si dichiarano con queste doti ma nella realtà fanno altro.
Il suo lavoro, in azienda, è operatore di produzione. Operaio. Adesso iniziate a pensare in modo più o meno stereotipato al termine operaio, ai suoi aspetti pratici e alle sue implicazioni psicologiche. Fatto? Bene!
La persona in questione si presenta così: ordinato, movimenti vestibolari ben equilibrati, buona dose di empatia, buona comunicazione di attesa e risposta. In poche parole predispone bene chi lo incontra.
Ma cosa faceva in pizzeria? “Tra poco te lo dico!”
Noi, nella maggior parte dei casi, vediamo la nostra realtà difficile, vorremmo avere di più perché pensiamo di meritare di più, ci lamentiamo delle fortune mancate che invece altri hanno e via di seguito.
Poi ci sono quelli contrari, “merce” rara. Sono quelli che agiscono e di buon grado si danno da fare. Mentre molte persone non vedono via di sviluppo, poche sono le persone che decidono di adottare un atteggiamento autonomo e attivo. Decidono di non dipendere da qualcuno che offra loro la possibilità ma la cercano, si mettono al centro della loro storia.
Non si fermano a pensare agli alibi, ma agiscono perché si sentono sicuri.
Torno al fatto rispondendo alla domanda cosa faceva in pizzeria l'operaio.
Mi siedo, srotolo il tovagliolo, preparo il mio “tavolo da lavoro” a piacimento e... arriva l'operaio.
Con sorriso e buon approccio, dice, rivolgendo lo sguardo ad entrambi i commensali “Cosa posso servire?”
Sì, era il cameriere! E che cameriere! Stesso stile di quando l'ho conosciuto in azienda. Forte ed educata personalità, un persona!
Serviva altri individui seduti ai tavoli che si lamentavano delle proprie condizioni o mascheravano finta allegria. Lui faceva, lui ha ottenuto qualcosa che altri sperano possa accadere intanto, intanto attendono e parlano, parlano, costruendo teorie e anatemi contro qualcuno.
Non ho mai mangiato una pizza così buona. Il mio breafing famigliare si è concluso con ottimi risultati. Tutto questo grazie allo stimolo ricevuto da questo operaio/cameriere che mi ha fatto vedere quello che anche per me può sembrare teorico. “Se comprendi la tua realtà e decidi di modificarla, non parlare, fai, fai con forza ed educata personalità”.

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