mercoledì 17 marzo 2010

L'incontro

Le persone che arrivano in Iter-Formo sono in costante crescita.
Questo, mi rende soddisfatto.
La soddisfazione che provo, non è legata solo al termine quantitativo ma, soprattutto, alla qualità.
Posso affermare che le persone che scelgono di trascorrere del tempo presso il centro hanno caratteristiche e modi di pensare “di spessore”.
Persone non visibilmente ridondanti, ma persone che “contano e determinano” veramente i percorsi di organizzazioni e le imprese. Persone che non hanno solo il compito di migliorarsi, ma di migliorare ciò che li circonda perché responsabili, condottieri. Arrivano anche persone che, per ragioni di immagine sono da “copertina”, ma frequentano Iter-Formo, in modo defilato, perché qui si dedicano alla strategia, ai programmi, alla sostanza. Armano il proprio potenziale, si ricaricano per nuove sfide.

L’incontro (torno al titolo)
Lunedì 15 marzo, arriva un gruppo di circa 40 persone. Sono collaboratori autonomi di un marchio conosciuto nel settore immobiliare. E’ un incontro gestito direttamente dalla loro organizzazione e con loro docenti.
La mia funzione è quella del bidello della scuola, carico i camini, mi assicuro che la temperatura sia gradevole, preparo, con l’aiuto di Barbara, la sala per l’attività ludica. Attività che mi piace perché penso, scateno quei quattro neuroni a disposizione.
La mia missione è comunque, sin dove posso arrivare, quella di conoscere le persone dentro.
Ecco il fatto. Durante un break avevo puntato un elemento, aveva qualcosa di strano. Attacco bottone e sparo subito domande di indagine. L’elemento mi risponde con estrema chiarezza e determinazione. La cosa comincia a piacermi, cerco di conoscere meglio, incalzo con domande, risponde a dovere e convincente passione. Guardo il mio interlocutore e, senza esitazione, affondo il colpo: - Ti voglio usare! Risposta: - Se posso essere utile a qualcuno la cosa mi fa piacere, accetto!
Poteva dirmi di tutto, rifiutare, resistere, obiettare, sarebbe stato normale alle mie orecchie ma quella risposta, mi ha steso. Ma come, chiedo di parlare di una faccenda, che agli occhi comuni, vede la persona in una posizione da perdente e questo mi dice così? Comincio a pensare alle cose che si raccontano per motivare le persone a esprimersi. Teorie, racconti oltre oceano di persone che hanno fatto l’impossibile, proclami che inneggiano al nostro potenziale. Avevo di fronte una persona che dalla propria vita e nella condizione in cui è, non si è arresa. Avevo di fronte la prova pratica di tanti concetti che potessero rafforzare la massima, “volere è potere”.
Si dice che i limiti sono dentro di noi, nella nostra testolina. Vero! La persona che ho conosciuto e che voglio presentarvi nei vari incontri che organizzeremo, ha un nome che, per adesso, non svelo.
Quindi, pronti per i prossimi incontri, paleremo delle paure, dei limiti, dei gessi mentali, della determinazione, della preparazione accurata per ottenere un risultato e, come d’incanto, respireremo la pratica di chi, con la propria difficoltà ha superato anche chi parla di buoni propositi seduto davanti al camino perché incapace di fare.
Che botta di entusiasmo che mi ha dato L D M, grazie!

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