mercoledì 13 marzo 2013

Imbottiti di nozioni ma fermi nell'azione. Questo ai miei ragazzi non succede!


Speranze, propositi, momenti euforici nei quali si pensa “posso fare”, pianificazione di progetti, tentativi e poi, il vuoto. Quel vuoto da colmare con attività futili atte a riempire quella sensazione di incapacità nell'affrontare ciò che si desidera. Affrontare, andare incontro con coraggio.
Decidere di fare!
Ma la faccenda è complicata e per evitare di ammettere la propria incapacità si spiattella un catalogo di alibi.
Alibi che ci accompagnano e ci scusano per tutta la vita. Poi, in riunione sulle panchine di Sanremo, (chi ha lavorato con me sa cosa intendo) si dirà: “Se tornassi indietro, se avessi fatto, se...”
Abbiamo le conoscenze per fare ciò che desideriamo ma c'è qualcosa che...”.
Quel qualcosa siamo noi!
Noi, pieni di paure e freni che, se ci chiedessero di spiegare, non sapremmo da che parte iniziare.
Allora?
Allora basta! Cominciamo a reagire e agire! Cominciamo ad affrontare con coraggio, perseveranza e entusiasmo quello che abbiamo deciso di fare.
Fare quella cosa che ci piace e ci fa sentire bene.
Allenare la mente ad utilizzare ciò che si conosce!
Conoscenza e preparazione sono pronte, adesso sta a noi decidere se metterle in pratica.
Trasferire questi concetti, per chi si dedica alla preparazione mentale delle persone, è difficile. Ti attrezzi con testi, argomentazioni floride di parole chiave, esempi a prova di bomba, lucidi, slides, testimonianze ma sai, in cuor tuo, che è tutto inutile. Chi ti ascolta accetta verbalmente ciò che dici perché è bello e sarebbe interessante poterlo fare. Così, tutti d'accordo sui concetti, ci si dimentica che bisogna praticarli. Così facendo ci alimentiamo di conoscenze, conoscenze che condividiamo in astratto. Arriva il momento di fare, abbiamo le conoscenze ma...davanti all'azione siamo inchiodati. La nostra mente non è allenata a sufficienza. La nostra mente ci frena.
Ecco perché, una volta spiegato tecnicamente (acquisizione delle conoscenze) mi ritrovo sul greto di un torrente con i piedi nudi affondati nella neve. Devo immergermi nell'acqua nudo, solo io e quello che mi circonda. Conosco il modo e conosco le conseguenze. Cosa mi trattiene nel buttarmi in acqua? Se in aula ero d'accordo sull'atteggiamento mentale per affrontare le cose, perché adesso resisto?
Chiudo salutando il gruppo di giovani con i quali ho lavorato nei giorni scorsi. Ragazzi, abbiamo fatto cose strane e anche al limite, attività che non fanno parte della vostra professione, ma vi chiedo di affrontare le questioni che si presenteranno nel corso della vostra vita lavorativa, con lo stesso atteggiamento mentale con il quale avete affrontato le attività in outdoor.
Quell'atteggiamento mentale che dà valore aggiunto sull'azione da intraprendere.
Avete dato il massimo, non perdete lo spirito che ci ha guidati. E ricordate la battuta “taca...!!!!” Sempre!

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