martedì 7 maggio 2013

Uscire dagli schemi

Quando le idee sbagliate ingessano il cervello si blocca lo sviluppo.
Nuove idee, nuovi modi di procedere o forse, cose scontate, che non si fanno perché non ammettiamo di esserne incapaci
Schemi, ci sono individui che hanno convinzioni dettate da ciò che in famiglia o nella società gli hanno insegnato.
Pensano per tramando, pensano per presupposti, pensano in modo confezionato. Questo non è pensare!
Nelle organizzazioni si lavora per caselline, organigramma, chi è in una posizione deve fare quella cosa, ne di più, ne di meno. Un ring mentale che soffoca il potenziale delle persone. Si pensa che alcune attività le puoi svolgere solo se... è giù con le condizioni. Convinzioni sbagliate sino a quando, la realtà, dura e cruda, ti sveglia dal torpore mentale, sopito dai tuoi stereotipi, inebetito, incapace di reagire a causa delle convinzioni tramandate e mai ragionate in modo autonomo.
Uscire da questa catalessi non è facile.
Ore 13.00 riunione del magazzino. Presenti titolari e ragazzi (operatori) del magazzino. Ordine del giorno “si intravvedono difficoltà, come reagire”
Già é strana la riunione indetta. I magazzinieri devo fare i magazzinieri, le strategie e i modi sono di competenza dei managers illuminati.
La titolare, unica donna del gruppo esordisce : “Liberi di parlare, dobbiamo ricercare insieme delle idee. Dalle idee passeremo all'analisi di fattibilità”.
A quel punto ognuno ha espresso la propria opinione.
Ore 14,15. Riunione conclusa. Risultato, alcune idee e azioni da praticare nel breve.
La settimana successiva arrivo presso l'azienda, sono in anticipo voluto per applicare la tecnica del FBL (chi ha lavorato con me sa cosa intendo).
Nel magazzino, depositati a terra, vedo prodotti differenti da quelli comunemente movimentati.
Rimango in silenzio, non faccio domande, intanto, alle mie spalle sento che si avvicina uno dei magazzinieri e ....
Questo racconto, reale e per me molto formativo, lo trascrivo a puntate perché il suo divenire è ancora in atto. Certo è, che quello che sta succedendo è roba da fuori di testa, fuori dagli schemi, fuori dal consueto. Diciamo che è quella faccenda che si racconta sui testi organizzativi e si espone con fervore orale durante i corsi, quella faccenda che si desidera, che si sa che è cosa buona, ma non si applica mai perché il nostro cervello è nel ring dell'abitudine, dei buoni propositi mai espressi nella realtà.

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