venerdì 7 agosto 2009

Pensare e agire, agire e pensare

Ecco i due racconti. In sequenza temporale.
Fatti accaduti che mi hanno dato la possibilità di pensare e meditare.
Giovani studenti, come tanti, giovani riuniti insieme per condividere una parola, non come tanti ma un pò meno.
Sono giovani riuniti in una casa di vacanza a poca distanza dal centro di Formazione Iter-Formo. Mi arriva un invito: “Se vuoi, in uno dei nostri momenti di vita comunitaria, vorrei farti parlare ai giovani di come vedi e interpreti il mondo del lavoro, e di chi, il mondo del lavoro, ha bisogno.
Accetto!
Ecco il fatto.
Mi ritrovo davanti ad una quarantina di ragazzi che mi puntano con il loro sguardo. Penso: non voglio pronunciare sermoni, devo ragionare con loro, devo ridere con loro, devo esporre qualcosa di pratico per contribuire!
Altra cosa che penso è che non posso comunicare, come a volte mi capita, con l’uso parolacce. Ho un accordo, evitare termini scurrili, in effetti sono poco educativi. Per moderare il mio difetto si vincola una scommessa. Tot parolacce, pizza persa.
Sento che la temperatura del mio corpo sale, le parole e i concetti mi escono con estrema facilità. Il motivo è semplice, sto comunicando a giovani che non perdono tempo, si dedicano a qualcosa di utile e la faccenda, non mi lascia indifferente.
Incrociando i loro sguardi vedo nei loro occhi un mix di incertezza, speranza e voglia di combinare qualcosa. Ridiamo insieme. Li esorto a ragionare con la propria testa, a pensare, a non entrare in vortici che disorientano e fanno perdere del tempo utile per il raggiungimento di ciò che desiderano. Avere desideri e percorre la strada per volerli realizzare è difficile, ma paga sempre. Ho detto loro che, a mio parere, occorre darci dentro, dedicarsi, ascoltare il suggerimento di tutti ma, in ultima, decidere autonomamente cosa si vuole fare, anche se questo, può pregiudicare la perdita di qualcosa. Evitiamo, quando il tempo sarà trascorso, di affliggerci ripetendoci, se avessi fatto, se avessi deciso. Proprio perché giovani, non rimandiamo sperando che il tempo sia a nostra disposizione. Dateci dentro raga! Così, con altre affermazioni e dichiarazioni, ho esposto il mio pensiero ad un gruppo di giovani che hanno colto una grande opportunità, parlare e stare insieme per una settimana. Una settimana che potevano spendere solo con il divertimento senza l’uso del cervello. Loro si sono divertiti con il cervello ed è questa la grande opportunità. Con loro ci sono stato per poche ore, poche ore per uscirne contento e motivato. Con questo, cari ragazzi, vi ringrazio, avete dato a me l’opportunità di pensare che giovani con le p..lle ci sono ancora! (ormai la pizza l’ho persa)
Nel mio articolo nel blog non ho esposto il contenuto del nostro incontro, perché le parole hanno un significato diverso quando sono espresse in un determinato momento.
Un pensiero a don Enrico, che lavora per diffondere ciò in cui crede. Un compito importante e utile, che aiuta a togliere quella miopia tipica di chi vede e crede solo in ciò che tocca.

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