venerdì 7 agosto 2009

Solo se si è una buona squadra si può combinare qualcosa!


L’altro racconto è di un gruppo, una squadra che opera per un marchio che, pur non avendo un nome da copertina, si esprime con competenza e professionalità. Sono i “ragazzi” della Mitrol.
I primi incontri in azienda. Il titolo, formare una squadra vincente. La teoria è sempre condivisa sino a quando non si chiede di metterla in pratica. Li aspetto al varco, saranno da me per la prova pratica. Un gioco in mezzo alla natura, un divertimento collettivo, ma sempre pratica è. L’arrivo è puntuale; dal pullman scendono facce scanzonate e gitaiole. Da questo momento sono miei! Penso: Vi spacco le ossa, non siete in azienda davanti ad un pc da bravi operativi!! Il mio pensiero, dopo il primo gioco, denominato Iranian-game, comincia a vacillare. Combattenti, mentalmente e fisicamente protesi alla competizione. Non sono ancora convinto. Passiamo al secondo esercizio. Due squadre al punto di partenza ognuna con la sua mappa. Qui li voglio proprio vedere. Esistono varie tipologie di orienteering, noi abbiamo scelto quella meno organizzata. K1 e K2 sono le sigle delle squadre in competizione. Orientarsi con pochi elementi, in un terreno fatto di salite, discese e attraversamento di torrenti, è pesante. Via radio mi avvertono che hanno iniziato. Aspetto nella mia postazione di controllo sul torrente. Vedo il primo gruppo, confabulano, si organizzano, cercano, si confrontano. Arrivati al torrente capisco chi sono, dalle espressioni verbali e di movimento traspare tutta la vitalità di una squadra che non è lì, come normalmente dico, a pettinare le bambole o a lucidare i soldatini. Si concentrano sul da farsi e collaborano per oltrepassare il torrente il tutto, con determinazione. Ai miei occhi non erano più i bravi e un po’ sfigati che lavorano in uffici confortevoli, ma un’orda di guerrieri scatenati. Il gruppo è misto, uomini e donne, le donne non sono da meno anzi, l’eleganza femminile si trasforma in energica attività virile. Passato un gruppo, aspetto l’altro che, da li a poco, spunta dal bosco. Stessa scena. Orda di barbari. Alla faccia dell’impiegatuzzo. Il mio pensiero originario si dissolve e lascia il posto ad una considerazione: “Era già una squadra, il corso è servito per non far dimenticare ai componenti il valore intrinseco della squadra stessa”
Mi hanno chiesto come vi ho visto. Ho risposto: Mi auguro che tutto quello che penso di positivo di quel gruppo, si liberi sempre in ogni giornata di lavoro. Credo siate dei Vincenti!


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